Focus
Se da un lato ci sono i Baby Boomer e la Generazione X, che hanno iniziato i loro percorsi lavorativi in un mondo offline se non addirittura analogico, dall’altro ci sono i nativi digitali, Millennial e Generazione Z, che si trovano oggi a vivere il mondo del lavoro in un clima sociale ed economico in rapida mutazione. Cambiano le modalità organizzative, la gestione dei tempi dedicati alle varie dimensioni della vita, il senso e il valore dato alla stessa attività lavorativa e alla realizzazione professionale.
Il rapporto Censis 2024 ci mostra un panorama interessante nel quale i lavoratori tra i 25 e i 34 anni sono altamente scolarizzati, con un 31,7% di laureati in costante crescita, e dove 200.000 titolari e soci d’impresa hanno meno di 30 anni, con 2.208 start up innovative in cui la partecipazione alla proprietà e alla governance di under 35 è maggioritaria. D’altro canto, sono anche molti i giovani che si trasferiscono all’estero per lavoro, con 352.000 giovani “expat” tra i 25 e i 34 anni negli ultimi 9 anni, il 37,7% dei quali sono in possesso di una laurea.
Tuttavia, non mancano i problemi: sempre secondo Censis, il 58,1% dei giovani di 18-34 anni si sente fragile, il 56,5% si sente solo e il 69,1% ha bisogno di sentirsi rassicurato. Si tratta di stati d’animo legati all’incertezza, alla paura di non farcela, alle difficoltà sperimentate nel reggere il confronto con i pari. Se vissuti di frequente, possono sfociare in frustrazione, stati d’ansia, attacchi di panico, depressione o disturbi alimentari.
Non sorprende, quindi, che siano soprattutto i più giovani a entrare nel mondo del lavoro con il desiderio di coltivare altre dimensioni della vita, come la famiglia, gli amici e il tempo libero. Il lavoro non è percepito solo in ottica di produttività e risultati ma anche come un contesto in cui crescere, sviluppare competenze anche grazie allo scambio con i più senior, aggiornarsi rispetto ai nuovi sviluppi tecnologici e nutrire le relazioni con colleghe e colleghi.
Questo scenario richiede un approccio dinamico, che abbandoni le logiche lavorative tradizionali per offrire nuove opzioni che consentano ai più giovani come ai più maturi di implementare forme di lavoro sostenibili che rispondano al bisogno delle persone di bilanciare l’impegno lavorativo con gli altri aspetti della propria vita, benessere in primis, tenendo conto delle esperienze individuali di ciascuno. Soprattutto, il cambiamento richiede un ambiente di lavoro dove tutte le generazioni diverse coesistano e scambino competenze in modo soddisfacente per tutti.