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giugno 2024

Libertà è partecipazione

La libertà non è star sopra un albero, cantava Giorgio Gaber, non è neanche avere un’opinione, la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione.

Libertà è partecipazione

Focus

Partecipare, prendere parte, assumere una posizione significa esercitare appieno la propria cittadinanza, che sia individuale o aziendale, per contribuire al benessere della comunità in cui viviamo e operiamo; perché solo in questo modo possiamo essere liberi, non solamente liberi da vincoli e costrizioni ma soprattutto liberi di esprimere le proprie idee e portare le proprie competenze, idee e passioni per renderle disponibili alla società.

La partecipazione è un impegno quotidiano che si esplica in molteplici modi: dall’espressione del diritto di voto all’intervento nei dibattiti pubblici, dall'adesione a movimenti e associazioni di volontariato fino al contributo alle discussioni online su questioni di interesse comune. Ogni atto di partecipazione è un tassello che arricchisce il mosaico della vita comunitaria e rafforza il tessuto della società contribuendo a rendere tutti più liberi.

Partecipare è un modo per vincere l’apatia e l'indifferenza. In un mondo globalizzato e in rapido cambiamento, è facile sentirsi sopraffatti da sfide quali la crisi ambientale o le disuguaglianze socioeconomiche, che ci sembrano troppo grandi perché i nostri comportamenti possano avere un impatto. Tuttavia, è proprio attraverso la partecipazione di tanti singoli che è possibile mettere in atto una trasformazione.

La partecipazione è un processo di apprendimento reciproco e di crescita personale che ci permette di ampliare i nostri orizzonti, di confrontarci con punti di vista diversi e sviluppare competenze e abilità che arricchiscono la nostra vita personale e professionale.

È anche e soprattutto un grande esercizio di responsabilità, che comporta informarsi, esprimere opinioni, ascoltare le voci degli altri e cercare soluzioni condivise. Non da ultimo, partecipare significa anche vigilare sulle Istituzioni, chiedere trasparenza e difendere i diritti di tutti.

Partecipare è un investimento a lungo termine, che magari non dà risultati eclatanti nell’immediato, ma che passo dopo passo – e con gentilezza – porta alla creazione di una società più equa, giusta, inclusiva e sostenibile.

  • Kass Sells
    CEO International
    Weggener Edstrom
     

L’ospite di questo numero è il CEO della divisione Internazionale di Weggener Edstrom, il network globale di comunicazione di cui Imageware è il Partner italiano. Kass ci parla delle analisi che l’agenzia fa delle aspettative che i diversi pubblici di riferimento hanno nei confronti delle aziende che scelgono di partecipare attivamente alla vita delle comunità in cui operano.

Grazie ai vostri report “Brands in Motion” avete una prospettiva privilegiata sul ruolo che le aziende hanno nel brand activism. Quali tendenze osservate e quali sviluppi futuri prevedete?

La ricerca che WE conduce con Brands in Motion ha dimostrato che le aspettative nei confronti dei brand sono spesso legate ad argomenti e questioni di attualità che hanno un impatto sulla vita quotidiana delle persone. In questo momento, il 60% del campione che sondiamo si aspetta che i brand affrontino l’aumento del costo della vita, che le questioni ambientali rimangano una priorità e che l’intelligenza artificiale sia tenuta sotto osservazione.

Il crescente cinismo dei consumatori rende basilare lavorare con autenticità. Il 50% afferma infatti che i brand che prendono posizione sulle questioni sociali stanno solo cercando di vendere più prodotti o servizi. Se hai intenzione di impegnarti nel brand activism, devi fare chiarezza su ciò che stai facendo, condividere i tuoi dati e prepararti a dichiarare dove prevedi di apportare miglioramenti.

Guardando al futuro, la sostenibilità rimarrà centrale. Le persone si aspettano che i brand affrontino la sostenibilità e la tutela dell’ambiente, con il 41% che afferma di voler ricevere maggiori notizie su obiettivi e iniziative messe in atto dalle aziende. Con l’aumento degli eventi meteorologici estremi e il ruolo fondamentale delle aziende nell’innovazione e nella protezione dell’ambiente, è probabile che queste aspettative continuino a crescere.

Un altro sviluppo significativo è il boom dell’intelligenza artificiale e il ruolo che le aziende devono svolgere in questo campo. Oggi assistiamo a un divario tra visione e azione: l’83% ha una visione ottimistica dell’intelligenza artificiale ma la maggior parte afferma che le organizzazioni non stanno cambiando attivamente per trarne vantaggio. Qui, e in tutte le altre azioni e prese di posizione da parte dei brand, possiamo aspettarci una continua richiesta di trasparenza. Il 74% desidera che i brand siano più trasparenti sull’uso dell’intelligenza artificiale e, con gli avanzamenti di questa tecnologia, che ha un impatto sul business e sulla vita delle persone, è improbabile che tale aspettativa di trasparenza svanisca.

Il brand activism è per le grandi imprese? E in caso contrario, che cosa possono fare una piccola o una media impresa per essere responsabili?

In WE, diciamo sempre con chiarezza che il brand purpose inizia in casa, indipendentemente dalle dimensioni e dalla portata della tua attività. Le grandi imprese possono affrontare problemi su scala più ampia, ma anche le imprese più piccole hanno un ruolo significativo da svolgere, concentrandosi sulle questioni vicine alla sensibilità della loro comunità locale, mantenendo forti rapporti tra datore di lavoro e dipendenti o essendo trasparenti riguardo alle proprie pratiche commerciali.

La nostra ricerca Brands in Motion indica che il 92% degli intervistati ritiene che le relazioni positive tra datore di lavoro e dipendente siano fondamentali nel costruire una reputazione aziendale di eccellenza. Le imprese più piccole possono costruirsi una solida reputazione prendendosi cura dei propri dipendenti e impegnandosi in iniziative incentrate sulla comunità.

Qual è il ruolo delle persone che lavorano in queste aziende? Nella tua esperienza, che spazio c’è per iniziative aziendali che arrivino direttamente dai dipendenti?

Questo ci riporta di nuovo concetto che la reputazione del brand inizia in casa. I dipendenti svolgono un ruolo fondamentale nel plasmare l’approccio di un’azienda al suo brand purpose, alle pratiche aziendali e al modo in cui un marchio si comporta nel mondo. Lo spazio per iniziative bottom-up è significativo, con il potenziale di promuovere cambiamenti significativi nelle pratiche di un’azienda.

Quando le aziende iniziano ad affrontare le questioni più importanti per i dipendenti, hanno un impatto enorme sulla vita quotidiana di questi ultimi, che si tratti di rispettare il work-life balance, di retribuzioni che consentano alle persone di provvedere a se stesse o di compensare gli dell’inflazione e del costo della vita. A sua volta, queste pratiche hanno il potenziale di favorire un cambiamento positivo per l’intero settore.

Ciò significa che i manager devono impegnarsi in modo profondo e autentico con i propri dipendenti, elencando ciò che li riguarda maggiormente e dove è possibile apportare cambiamenti significativi. Al giorno d’oggi, la reputazione di un business come datore di lavoro va di pari passo con la reputazione come azienda. Giocando bene le sue carte i manager potranno assicurare che i loro dipendenti possano diventare i più grandi sostenitori del brand.

News dal mondo social

LinkedIn usa l’AI per facilitare la ricerca degli annunci

LinkedIn sta introducendo nuove funzionalità basate sull'intelligenza artificiale per aiutare i Job Seeker. Queste includono supporto nella scrittura e revisione di lettere di presentazione e nuove query per rendere più semplice la ricerca di opportunità lavorative.

Nuovi widget per i DM di Instagram

Instagram sta sperimentando l'introduzione di nuovi widget nelle chat– ad esempio, la possibilità di fissare i messaggi, un countdown e il fuso orario. L’obiettivo è stimolare l’interazione tra gli utenti e favorire l’engagement.

TikTok sta diventando una piattaforma di ricerca

TikTok si sta evolvendo in una piattaforma di ricerca per gli utenti, non solo di intrattenimento – soprattutto grazie ai contenuti con storytelling brevi e differenziati. Tra i video più apprezzati le recensioni e i tutorial. Questo cambiamento è un’opportunità per le aziende di entrare in contatto con potenziali nuovi clienti.

News dal mondo dell'editoria

Il Sole 24 Ore adotta un codice di autodisciplina sull’AI

Primo gruppo editoriale economico in Italia, stabilisce i principi etici e le buone pratiche per l’utilizzo responsabile dell’IA nelle attività editoriali e professionali del Gruppo, che sta sperimentando diverse applicazioni di IA generativa per migliorare i processi, i prodotti e i servizi offerti ai suoi clienti.

Il Messaggero cambia guida

Nuovo cambio al vertice per la seconda volta in poco più di un mese. Il nuovo direttore è Guido Boffo, attuale vicedirettore: prende il posto di Alessandro Barbano, che aveva assunto l’incarico appena il 1° maggio scorso.

Nuova nomina a Harper’s Bazaar

La squadra dirigenziale di Harper’s Bazaar Italia, sotto la guida di Daria Veledeeva, si arricchisce con l'arrivo di una figura di grande rilievo internazionale: da maggio, Stefano Tonchi assume la posizione di Editorial Director del brand.

Dove mensile si rinnova

Nuovo font e una grafica semplice e intuitiva a partire dal numero di giugno, con il claim "Be simple, be human". La direttrice Simona Tedesco sottolinea l'importanza della semplicità e dell'umanità, valorizzando storie personali e tradizioni locali. Inoltre, il 19 giugno debutta l'inserto "Il tempo del Viaggio", allegato al Corriere della Sera, sostituendo il precedente "Dove Travel Issue".

Best practice

BELC | Un trait d’union fra l’UE e le amministrazioni locali

Il progetto “Building Europe with Local Councillors” (BELC) ha l’obiettivo di creare una rete paneuropea di pubblici amministratori locali per comunicare valori e iniziative dell’Unione Europea attraverso un’alleanza tra le strutture di governo europee e locali. In questo modo, le amministrazioni possono raccogliere e diffondere informazioni di rilevanza locale sui temi di pertinenza dell’UE, creando di una sfera pubblica veramente europea.

Dal punto di vista delle attività di comunicazione che abbiamo supportato, l’obiettivo era coinvolgere i membri delle diverse municipalità invitandoli a condividere esempi di best practice e a organizzare iniziative ed eventi per sensibilizzare i loro cittadini su temi inerenti l’UE attraverso la piattaforma Futurium.

Tramite Futurium e diversi inviti via mail, abbiamo chiesto alle 255 amministrazioni locali italiane che partecipano a BELC di realizzare attività – eventi, webinar, stand etc. – per sensibilizzare i loro cittadini sul tema delle elezioni europee, portando alla loro attenzione i valori dell’UE e i successi delle iniziative comunitarie. Rispondendo a questa call to action, in Italia sono stati realizzati oltre 50 eventi, molti dei quali rivolti ai più giovani.

Parola del mese

Citizen journalism

Il citizen journalism è una forma di giornalismo in cui i cittadini comuni, che non sono reporter professionisti, raccolgono, analizzano e diffondono notizie utilizzando le proprie risorse e piattaforme. Sebbene il giornalismo partecipativo non sia una novità (il primo a parlarne è stato Dan Gillmor nel suo “We the Media: Grassroots Journalism by the People, for the People”, 2004), esso sta rapidamente evolvendo.

La diffusione capillare sulle piattaforme online e dei social media ha portato gli utenti a preferire notizie raccontate in prima persona. Un esempio recente ed emblematico è Plestia Alaqad, ex instagrammer palestinese e oggi reporter per diverse testate internazionali. Non sto solo raccontando notizie, le sto vivendo, ha dichiarato al Guardian, sintetizzando il suo impegno come citizen journalist nella Striscia di Gaza, da dove riporta, in presa diretta, notizie spesso inaccessibili ai giornalisti tradizionali.

Il citizen journalism è una nuova fonte di informazione che tuttavia non prescinde dal ruolo del giornalista professionista, “guardiano” della qualità e dell’attendibilità dell'informazione.