Tra domande a

- Iacopo Bertani, Ideatore di Barzak
Barzak è un progetto editoriale autoprodotto con l’obiettivo di raccogliere il lavoro di autori esordienti in un albo di fumetti pubblicato con cadenza trimestrale. Nasce con l’idea di essere uno spazio collettivo dove autori, editori e lettori si possono incontrare e interagire. Ne parliamo con Iacopo Bertani, uno degli ideatori del progetto, che ringraziamo per la gentile concessione dell’immagine in testata.
Secondo voi, quali sono gli ingredienti fondamentali per creare un ambiente collaborativo davvero fertile per la creatività e come fate a coltivare questo spirito nel vostro collettivo?
Barzak nasce da un bisogno impellente.
Prima che venisse alla luce, tra di noi parlavamo tutte le sere di arte e di fumetti. Ma con il passare dei mesi parlare non ci è più bastato: dovevamo fare qualcosa, lavorare insieme per realizzare un nostro progetto. Da una chiacchierata come tante è nata un’idea inaspettata, dare vita a un magazine indipendente. Così, dall’oggi al domani, ci siamo trovati tra le mani un nuovo obiettivo. Come si suol dire, però, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare e nulla si ottiene senza lavoro e fatica. Ne eravamo consapevoli. Ma grazie alla passione per questa idea siamo riusciti a organizzare i primi mesi di lavoro, a preparare le bozze della rivista e a contattare gli artisti che di lì a poco avrebbero pubblicato insieme a noi. Arrivare a stampare le prime copie non è stato facile ma tutto il carico di lavoro e i dubbi che potevano nascere sono passati in secondo piano rispetto al nostro desiderio comune, che ci ha permesso di amare fin dall’inizio il progetto e di crederci senza esitazione.
Ciò che rende il nostro ambiente di lavoro stimolante è prima di tutto la spontaneità. Nessuno si è sentito obbligato a mandare avanti il lavoro. E questo è stato fondamentale: non sarebbe stato possibile se non ci fossimo divertiti nel costruire il nostro progetto. Per questo, abbiamo sempre condiviso, nonostante le difficoltà e la fatica, ogni tipo di stimolo e spunto artistico. È stato divertente e appassionante, come per esempio il processo che ci ha portato a realizzare la copertina del primo volume. Dopo vari confronti interni siamo arrivati a un risultato finale e realizzarla è stata una sfida stimolante.
C’è da dire, però, che un lavoro del genere non sarebbe stato possibile senza costanza, fatica e impegno quotidiano. Ma ciò che alla fine ci ha permesso di divertirci in ogni momento è stata la continua scoperta di orizzonti, idee e possibilità per Barzak e, soprattutto, per noi stessi.
Come cambia il vostro processo creativo quando sapete di poter condividere idee, ricevere feedback e costruire insieme, anziché confrontarvi in modo competitivo?
In un lavoro del genere prima di ogni accorgimento lavorativo c’è bisogno di rispetto umano, senza di esso anche con le migliori idee e obiettivi non si arriva da nessuna parte. Anche quando si è in disaccordo, bisogna ascoltare il punto di vista altrui con attenzione. È naturale che nascano incomprensioni, anche qualche diverbio, ma vogliamo che la ricerca di un punto di incontro sia continua e propositiva.
Per questo, organizziamo ogni settimana una riunione interna dove discutiamo di nuove idee, spunti e lavori. Sappiamo di dover coinvolgere gli altri nel nostro lavoro e di dover chiedere e dare feedback. La comunicazione, sincera e partecipe, deve essere continua. Questo approccio ci permette di collaborare sempre in sinergia; non c’è nessuno che lavora egoisticamente, che si concentra solo sul proprio ruolo, fregandosene di quello che fa il resto del team. Tutti siamo coinvolti. Nessuno cerca di emergere sugli altri, perché siamo abituati a questa continua comunicazione e scambio. Inoltre, siamo sempre propensi a trovare collaboratori esterni che portino nuove visioni e prospettive.
La cooperazione è sicuramente preziosa, ma credete che a volte possa limitare la creatività personale, quell’estro che ogni autore deve saper cogliere e non frenare? Come vivete questo equilibrio?
Anzi, è esattamente il contrario. Attraverso il confronto riusciamo a esprimere, concretizzare e rinnovare le nostre idee. È qualcosa che ci permette di metterci alla prova costantemente. Lasciamo alle nostre idee la possibilità di evolversi, di cambiare. A volte siamo costretti persino a metterle da parte per il bene del progetto e indubbiamente può far male ma quando riconosciamo i passi che abbiamo fatto insieme, proviamo una soddisfazione senza pari. Siamo consapevoli di aver preso parte a un grande lavoro, a qualcosa di precedentemente impensabile e che solo grazie alla continua collaborazione possiamo realizzare.
Grazie alle nostre diverse competenze abbiamo constatato che stiamo dando vita a una miscela inedita di visioni artistiche, sensibilità e competenze che non avremmo mai immaginato di poter combinare. Tra noi c’è un informatico, uno studente di filosofia, un neolaureato in economia, un illustratore e una grafica. Un team abbastanza inusuale, diciamo. Ma ciò che ci unisce è la passione per l’arte e i fumetti e grazie a ciò siamo in grado di unire le nostre forze.
Questa unione non sarebbe possibile senza una continua sperimentazione, che può anche portare a compiere errori. Ci può essere confusione, a volte. Ma noi cerchiamo e cercheremo sempre di confrontarci e imparare perché, se non avessimo imparato dai nostri errori, non saremmo riusciti a realizzare nulla di tutto quello che fino ad adesso abbiamo creato.