Tre domande a

- Francesca Maggi, Solution Consulting Senior Manager - Veeva
Francesca Maggi ci porta il punto di vista di un attore di primaria importanza nel campo della tecnologia applicata alle scienze della vita.
L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il settore delle Life Sciences. Quali ritieni siano oggi le applicazioni più promettenti e, al tempo stesso, le principali sfide che le aziende dovranno affrontare nei prossimi anni?
Innovazioni come l’intelligenza artificiale, o come lo è stata l’elettricità o l’arrivo di internet, portano con sé profondi cambiamenti. È evidente l’impatto tecnologico che stiamo vivendo in tutti i settori. Nel mondo life sciences questo si traduce sicuramente in una profonda accelerazione in come portiamo valore al paziente: sviluppo di nuovi farmaci, ricerca clinica, medicina personalizzata.
Ma ogni innovazione richiede anche un adattamento culturale e di processi. Le sfide per le aziende riguarderanno l’armonizzazione dell’enorme mole di dati che l’intelligenza artificiale richiede, l’adeguamento delle normative vigenti per permettere di sfruttare davvero il valore dell’AI, e infine l’integrazione dell’intelligenza artificiale nei flussi di lavoro esistenti. In questo processo, l'intelligenza artificiale non andrà a sostituire le persone, ma anzi, andrà ad affiancarle, in modo da poterle supportare al meglio.
Veeva lavora per creare un ecosistema in cui il dialogo tra aziende e professionisti della salute sia continuo e orientato al paziente. In che modo l’AI può supportare le aziende farmaceutiche nel costruire una comunicazione più chiara, personalizzata e interattiva con gli operatori sanitari, contribuendo a una migliore comprensione dei farmaci e a risultati terapeutici più efficaci?
Una comunicazione personalizzata e vicina alle esigenze dei professionisti sanitari è essenziale per creare relazioni di fiducia e migliorare i risultati terapeutici per i pazienti. In un contesto in cui l'accesso ai clinici è limitato, essere efficaci e flessibili nelle interazioni è fondamentale. L’intelligenza artificiale diventa così un alleato chiave per generare valore, supportando le aziende farmaceutiche nella scelta dei clinici con cui interagire, nella selezione dei messaggi chiave da discutere, dei canali da utilizzare, sfruttando al massimo strumenti come le e-mail e la messaggistica istantanea.
Allo stesso tempo, l'accesso a informazioni organizzate permette ai team che interagiscono direttamente con i clienti di garantire uno scambio scientifico di alto valore, dove ogni interazione si costruisce su quella precedente, potenziando la comprensione dei farmaci e l'efficacia delle terapie.
Quando si parla di AI e farmaceutica, spesso si pensa subito a innovazione e velocità. Ma come si concilia tutto questo con un tema fondamentale come la compliance? Secondo te, in che modo l’intelligenza artificiale può aiutare le aziende a rispettare le normative senza rallentare i processi, anzi magari rendendoli ancora più sicuri ed efficienti?
Bisogna considerare due aspetti fondamentali. Innanzitutto, i benefici che l’intelligenza artificiale può generare per aiutare le aziende a rispettare le normative in modo più efficiente. Basti pensare alla potenza dell’AI nell’analisi automatizzata di documenti regolatori, nel monitoraggio delle modifiche alle normative, nel rilevamento di potenziali rischi.
D’altro canto, la compliance può portare, anche indirettamente, a delle limitazioni nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale, ad esempio generando incertezza sulle normative di privacy e su come i dati sensibili dovranno essere gestiti e archiviati. Diventa quindi essenziale che i legislatori supportino le aziende in questa nuova epoca, fornendo quanto più possibile delle regole chiare che non ostacolino lo sviluppo delle nuove tecnologie, e che anzi lo favoriscano